Diffrazioni

Di cosa è fatta la luce? Di raggi luminosi, si credeva un tempo. E com’è fatto un singolo raggio? Nel ‘600 cercarono di vederlo, il singolo raggio. «Basterà indirizzare la luce verso un buco talmente piccolo da lasciar passare un solo raggio», pensavano. Ma quando s’infilò nel pertugio, la luce sembrò impazzire. Si diffuse in modo imprevedibile, disegnando tutt’intorno figure colorate.

Francesco Maria Grimaldi, gesuita bolognese, chiamò questa strana cosa diffractus, de-frangere. È l’onda luminosa che si rompe in pezzi che prendono strade diverse. Poi si rincontrano e si rimettono insieme. Insomma, è la luce che gioca.

Mi piace pensare alla diffrazione come a un lasciarsi sorprendere da quello che succede quando si va a sbattere contro un ostacolo. A quello che succede oltre a farsi male, ovviamente.

Questo blog esiste soprattutto perché stiamo sbattendo contro l’ostacolo dell’emergenza climatica. Non che io abbia cose particolarmente interessanti da dire, sull’argomento. Piuttosto, cerco di capirci qualcosa di più, con la curiosità – un po’ apprensiva, un po’ tanto apprensiva – di un padre che pensa al futuro del figlio.

La mia speranza è di trovare della luce anche in questa complicata e drammatica situazione. Della luce che abbia voglia di giocare.